L'uomo che corre by David Grossman

L'uomo che corre by David Grossman

autore:David Grossman [Grossman, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


E un giorno - Elisha continua a raccontarmi, strizzando un po’ gli occhi - è finito tutto. Io non sapevo ancora che cosa fosse successo laggiù. Pare che avessero preso uno del gruppo e gli avessero trovato addosso dell’esplosivo, insomma era un terrorista. Forse era il tipo che aveva abitato da me, forse uno degli altri. Insieme a lui avevano preso una ragazza. Li avevano presi nel campus dell’università di Gerusalemme.

In un attimo l’appartamento si era svuotato. Era finito tutto quel bisbigliare dietro la maniglia, erano finiti il bussare alla porta di casa nei modi convenuti, le telefonate allarmate in piena notte, i bidoni di colla e le spazzole nel corridoio.

Avevano lasciato la casa, guardandomi dispiaciuti, alzando le spalle. E anche a me dispiaceva. La mia vita era diventata vuota tutto d’un tratto. Dirai: strano, un israeliano, un sabra come me, che aveva fatto il militare nelle informazioni, una persona semplice, sedentaria, perfino un fifone dichiarato, che si presta a delle riunioni clandestine, dubbie, che ospita un arabo sconosciuto, ma tu certo capisci perché, Nimra.

E questa era la cosa più grave. Nimra era stata ingannata. Quella sera mi aveva raccontato tutto. O quasi. È stata l’unica volta che l’ho vista piangere. («Nimra?». «Sì sì, Nimra!», e nel dirmi questo non ha trattenuto un certo orgoglio. Così, io non l’avevo mai vista.) Lei, che aveva percorso il loro stesso cammino, che aveva condiviso il pericolo, che aveva dato loro il suo denaro e la sua energia, che aveva fornito un rifugio e un luogo d’incontro, che si era aggirata per i loro vicoli, aveva parlato con i loro uomini in camere buie, nei campi profughi, negli angoli nascosti di caffè equivoci, che si era esposta - e qualche volta aveva anche attirato su di sé critiche e brutti sospetti - aveva fatto tutto a una sola condizione ben chiara, e questa condizione non era stata rispettata, e lei proprio non riusciva a capire: glielo avevano promesso, giurato: solo mezzi pacifici, solo parole, e all’improvviso era apparso dell’esplosivo, un intero programma di azioni preparate con cura, per le quali lei, Nimra, non era che una pedina ingenua da sfruttare fino in fondo.

Qualche giorno dopo l’aveva lasciato. Era tornata a Londra, per tuffarsi nel caos della metropoli. Ma non aveva ripreso a lavorare alla televisione: aveva deciso che ne aveva abbastanza di raccontare i fatti degli altri. Era tempo di agire. E quindi si era avvicinata all’organizzazione «Amnesty», che combatteva per i prigionieri politici in tutto il mondo, per i cittadini privati dei loro diritti, per gli abitanti dei territori occupati da qualsiasi paese. E così, mentre svolgeva un’ampia ricerca sul potere della casta militare in Argentina, era finita in Francia, dove era accaduta quella cosa con Marc Daniel Nestor, ma questa è una storia lunga...

Smetto di ascoltarlo per qualche minuto. Frammenti sparsi e lontani si riavvicinano e si ricompongono. La sua vita lontana, la mazzata, la nuova speranza, la sua attività che abbraccia il mondo, la mia fiacca solitudine quaggiù, la mia persistente impotenza, la cosa giusta.



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